martedì 7 novembre 2017

Blade Runner 2049. Commento

E così, dopo IT, hai visto pure Blade Runner 2049, sequel del maestoso cult di Ridley Scott che ha praticamente inventato il cyberpunk (il film è dell'82 ed è antecedente di due anni di Neuromante di William Gibson, il romanzo-manifesto del cyberpunk).
Attesissimo da tanti [ma evidentemente non da tutti, visti i modesti incassi al botteghino] e affidato a quel pluripremiato di Denis Villeneuve di Arrival (che t'è piaciuto un sacchissimo!), s'è rivelato "un'ammirevole delusione".
La pellicola funziona, per carità, e le atmosfere e i colori, pur non ricordando del tutto il primo Blade Runner, si amalgamano a lui rendendo bene la stessa società futura e grigia che vuole rappresentare.
Ma il film è troppo contorto (e lungo), inutile, e si allontana parecchio sia dalla poetica di Arrival che dallo spirito del Blade Runner di Scott (che, a fronte di una trama linearissima, era molto basato sul complesso traslato esteriore dei sentimenti), con uno spreco enorme del melanconico Rick Deckard di Harrison Ford a cui fa da contraltare un Ryan Gosling - attore che non t'è mai piaciuto - che mette in scena un "cacciatore" dalle poche parole, freddo e monoespressivo.


Ammettilo: è davvero difficile confrontarsi con una pietra miliare degli Anni Ottanta. A 2049 spettava il destino di tutti i sequel, destino al quale non è riuscito a sottrarsi. Villeneuve ha fatto un film bellissimo, che espande l'universo immaginato da Ridley Scott (e Philip K. Dick), ma inutilerrimo. Uno di quei film che devi vedere anche se non vuoi. Ma che poi probabilmente non rivedrai più - a contrario dell'originale che non stanca mai [nonostante tutte le sue "cut"]...

1 commento:

  1. Non ancora visto.
    Me ne hanno parlato bene (filosifico ecc) ma con riserve, le stesse che hai espresso tu...

    Moz-

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