martedì 26 luglio 2016

Il Mundaneum, ovverosia il web analogico


No, dici, ce lo sapevi che ben prima dell'avvento dei PC e della grande Rete, di Google e delle app per smartphone (che permettono - sbracati from your sofà - di wikipedàre qualunque cosa, ottenendo subitamente la risposta cercata), un tale Paul Otlet, belga, già all'inizio del XX sec. aveva realizzato un Repertorio Bibliografico Universale che raccoglieva tutto il sapere (non solo libri e documenti, ma anche foto, immagini, rapporti, articoli di giornale e manufatti), e che permetteva a chiunque, dietro pagamento, di porre una richiesta via lettera o telegrafo ed ottenere in breve tempo la risposta?

Paul Otlet era un nerd ante-litteram: nacque a Bruxelles nel 1868 e, per tutta la sua vita, non vide mai un computer, principalmente perché non li avevano ancora inventati. Nato da un'agiata famiglia, ricevette - come si usava al tempo - un'istruzione a domicilio con tutori altamente preparati. Si laureò in Legge e prese moglie. Ma un tarlo lo perseguitava: da vero pioniere dell'informazione qual era, immaginava un sistema che potesse permettere di scambiare informazioni, preventivamente archiviate e richiamabili tramite riferimenti incrociati.
Con l'amico Henri La Fontaine, anch'egli avvocato, mise su quello che oggi definiremmo un motore di ricerca analogico: un sistema di classificazione applicabile ad ogni tipo di documento e supporto, che permetteva di collegare i concetti gli uni agli altri!
Grazie ai finanziamenti del Governo belga, i due diedero vita, in un edificio governativo di Bruxelles, al Mundaneum, il Répertoire Bibliografique Universel, con oltre 15 milioni di voci; venne assunto personale - specialmente femminile - per dare seguito alle richieste di ricerca pervenute da tutto il mondo: al top della sua popolarità il Mundaneum riceveva fino a 1.500 domande l'anno che coprivano i campi più svariati!

il Mundaneum all'epoca
Ma Otlet continuava a non essere sazio: iniziò a immaginare un futuro con archivi simili sparsi per il mondo. Ovviamente la più grande difficoltà stava nel replicare la mole d'informazioni esistente.
Ma... nel 1940 le divisioni corazzate tedesche sfondarono le linee difensive belghe; Bruxelles venne occupata e l'edificio che ospitava il Mundaneum divenne un'esposizione sull'arte del Terzo Reich. I crucchi presero 63 tonnellate di documenti raccolti da Otlet in una vita di lavoro e, semplicemente, li distrussero!
Otlet sopravvisse ancora qualche anno per poi morire dimenticato nel 1944... ma la sua visione rese possibile la realizzazione dei sistemi di archiviazione elettronici, dei collegamenti ipertestuali e delle ricerche sui metadata!
Nei suoi schizzi e nelle sue note, aveva prefigurato addirittura sistemi meccanici collegati in una rete globale in cui "tutto sarà registrato a distanza nel momento in cui viene prodotto. Da lontano, chiunque potrà leggere un testo in forma espansa o limitata, parteciparvi, applaudire, cantare in coro".

Quel poco che resta oggi del Mundaneum è stato recuperato e trova spazio nella nuova sede a Mons, dov'è visitabile. Ciò anche grazie a Google che, col supporto del Governo belga, si è fatta carico di mettere in luce il ruolo giocato da Paul Otlet ed Henri La Fontaine, come pionieri dei motori di ricerca.

il Mundaneum oggi

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