venerdì 4 aprile 2014

"Mister NO" e "Arkham Origins: Blackgate". Commento

Dunque,
non avevi mai letto Mister NO. Sentito parlare sì, ma letto letto mai.
Mister NO è un'altro dei fortunati personaggi Bonelli, al secolo Jerry Drake, protagonista di una serie di quasi 400 albi iniziata nel lontano 1975 e chiusa nel 2006. A metà tra l'eroe e l'antieroe, Drake è un ex-soldato americano (e te pareva: i personaggi Bonelli tutto sono tranne che italici!) rifugiatosi in Amazzonia, dove, col suo scassato piper, fa il pilota d'aereo e la guida turistica. Ovvio che tra un volo e l'altro, combatte contro l'arroganza dei potenti e per la tranquillità della foresta amazzonica!
Ora, la serie non t'ha mai interessato mica. Ma lo speciale C'era una volta a New York dovevi leggerlo. Perché è una storia d'autore in B/N ambientata nella New York della Grande Depressione, tra pugili da strada e gangster, che fa tanto C'era una volta in America. E poco importa se il protagonista è un giovanissimo Jerry Drake. Perché è la storia di un pupo qualsiasi che vive la sua vita in mezzo a teppistelli di mezza tacca e carogne d'altri tempi, sotto la protezione del boss locale (Frankie "Messacantata" Nigro... un personaggio quasi degno dei film di Sergio Leone), con un padre assente e uno zio fin troppo presente. Che va a scuola di violenza per diventare un "bravo ragazzo", rischiando di perdere la strada maestra; prova il turbamento del primo bacio; cresce e decide di cambiare vita (per fortuna sua).
La storia di Maurizio Colombo è trascinante e senza cadute di ritmo, e mette in mostra un'ottima carrellata di personaggi, mentre i disegni di Giovanni Bruzzo fanno il resto, ricostruendo benone l'atmosfera retrò dei quartieri popolari della Grande Mela degli anni Trenta.
C'era una volta a New York è un fumetto molto vecchio che sei riuscito a pizzicare a puro coolo, che consigli vivamente a chiunque, anche perché, imho, è leggibile pur sconoscendo Mister NO.

Continuando,
l'altroieri hai accattato sul Live la v. deluss di Arkham Origins: Blackgate, fratello minore di quell'Arkham: Origins c'hai giocato su XBOX 360.
Dici: pecché?


Perché quel prepotente-fascista-violento-maniaco-del-controllo di Batman ti piace 'na cifra e Origins: Blackgate è ambientato tre mesi dopo e, pur avendo una narrativa non al livello del fratellone maggiore, volevi sapere cos'è successo dopo.
Dopo un prologo/tutorial in cui Batman viene stuzzicato da quella ex-escort di Catwoman a rincorrerla per mezza Gotham, il CavalierO Oscuro si ritrova a Blackgate per sedare una rivolta. E qui già capisci come Armature non si sia spremuta più di tanto nel plot: l'n-sima situazione del carcere diviso tra i tre boss maggiori (Maschera Nera, Pinguino e Joker) che ne hanno preso il controllo, che millemila volte s'è vista nel fumetto. E, pur essendo scandita da belle schermate in pieno stile comic (maledettamente non doppiate in italiano), la trama fatica ad essere memorabile. Ma tant'è.
La grafica è comunque discretamente bella, chiaramente derivata da quella di Origins, pur con le dovute proporzioni. Pare comunque sia stata migliorata per il passaggio in salotto.
Ma la giocabilità, signori miei... la giocabilità è lenta assai. Er Batman è meno agile di come l'hai lasciato e ciò, unito all'impostazione 2D del titolo (anzi 2D e mezzo, visto che in più occasioni è possibile spostarsi in profondità), alle direzioni obbligate e alla minor varietà di mosse e combo, sembra di giocare più a un vecchio Fighting Force che a un Arkham-game. Ma tant'è (2).
Probabilmente il videogiuoco ha fatto la sua porca figura su PS Vita e (soprattutto) su 3DS, ma - e sebbene sia alla fine un titolo dignitoso, con presenti praticamente tutti gli ingredienti dell'Origins (dalla visuale detective all'uso dei gadget) - la sensazione di essere stato un po' incoolato per i 19€ spesi, resta.
Ma nell'attesa del DLC Cuore di ghiaccio e di Arkham: Knight, vuoi mettere la delizia di giocare con la skin di Anno Zero?

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