domenica 20 aprile 2014

Indiana Jones e il destino di Atlantide. Commento

Uh,
sabato mattina sei andato a ritirare il piego di libri contenente la miniserie a fumetti Indiana Jones e il destino di Atlantide, pubblicata nel (lontano) 1993 da Granata Press. E l'hai letta.

Indiana Jones è un personaggio che ti ha sempre affascinato e che sempre hai amato. Pensa te, che quando ancora andavi all'ITC "Da Vinci", avevi la fissa di studiare per archeologo. Perché ti pensavi che saresti diventato anche te un belloccio e brillante professore universitario, all'occaso pronto a vestire i panni dell'avventuriero nei luoghi più esotici della terra, alla ricerca di reperti straordinari!!!
. . .
Indiana Jones e il destino di Atlantide fu uno dei migliori punta-e-clicca di Lucasarts per piatta Amiga. Basato su una storia originale appositamente creata, vedeva il prof. Jones impegnato a battere sul tempo i nazisti nella ricerca del continente perduto di Atlantide.
Nei primi anni Novanta la possibilità di vedere una nuova pellicola di Indiana Jones era pura utopia: la trilogia Arca perduta/Tempio maledetto/L’ultima crociata faceva ormai parte della storia del Cinema degli anni Ottanta, e l'unica cosa che si intravedeva all'orizzonte era la serie TV del giovine Indiana Jones (mai piaciutati).
Epperò la Lucasfilm pensò di dare il via ad una sorta di progetto multimediale legato ad un mai girato quarto ep., quello appunto de Il destino di Atlantide, lanciando sul mercato fumetto, videogiuoco e merchandising. La cosa funzionò perché permise ai fan di seguire ancora una volta le avventure di un personaggio amatissimo, e il punta-e-clicca venne acclamato da pubblico e critica. Tanto che per diversi anni, te e tanti altri avete creduto che sarebbe servito come base per il quarto film. Campa cavallo, perché, purtroppamente, il lungometraggio del 2008, Il Regno del teschio di cristallo, non ha alcun legame con Il destino di Atlantide!

In quanto a caratterizzazione, il fumetto è in linea con quanto hai visto ar cinema; la trama invece non ricalca perfettamente quanto giocato su Amiga, preferendo qualche lieve differenza, probabilmente al fine di diversificare i due prodotti; mentre Dan Barry, il disegnatore, grazie al suo tratto classico, ben riesce a rappresentare una storia ambientata negli anni Trenta.
Per il resto non un must have, ma probabilmente l'ultima bella storia su Indiana Jones.

Nessun commento:

Posta un commento