lunedì 25 novembre 2013

Almost human. Commento

Grazie alle dritte di fantascienza.com hai scoperto la nuova serie TV di JJ Abrams. Quell'Almost human che hai iniziato a vedere ierisera e che già t'è parso un sacco bello.
E se questa è la qualità del pilot, c'hai ben di che sperare!
In un ipercriminalizzato 2048 tutti gli agenti del Los Angeles Police Department sono obbligatoriamente affiancati da un partner androide MX, robot quasi indistinguibili dagli esseri umani. John Kennex, uno dei migliori detective del dipartimento, risvegliatosi 17 mesi dopo il coma in cui era caduto per essere rimasto vittima di un attentato - e a causa del quale riporta disturbi fisici e psicologici - ritorna in servizio. Dopo una breve esperienza con il primo robot che gli viene affiancato, distrutto da lui stesso in un momento di "ordinaria follia", gli viene assegnato Dorian, un androide di tipo DNR, modello antiquato ma caratterizzato da inaspettate reazioni emotive.
Un po' Blade Runner, un po' Io, robot, Almost human è un'esplosiva miscela di elementi che ti raccontano 45 min di futuro, andata e ritorno. Kennex (il Karl Urban che interpreta McCoy nel reboot di Star Trek) è un lupo solitario che prova per gli androidi la stessa antipatia che aveva in corpo Bob Hoskins quando gli si parava davanti un cartone in Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Le cose cambiano il giorno in cui gli affiancano Dorian. E il loro rapporto t'ha ricordato un po' quello tra il detective Elijah Baley e l'androide positronico R. Daneel Olivaw della fantascienza gialla del Good Doctor Asimov.


Il pilota mette subito in chiaro che questa è una serie poliziesca ambientata nel futuro: ergo, se non te gusta la fantascienza, gli elementi polizieschi e procedurali non sono assolutamente sufficienti a renderla apprezzabile allo spettatore qualunque.
Il futuro prospettato in Almost human non ha nulla a che vedere con il futuro distopico, inquietante e desolato dell'altro show di JJ, ovverosia quello mostrato nel 2036 nella V stagione di Fringe. Questo è un futuro più standard e rassicurante, magari na 'nticchia stereotipato, macchissené!
In particolare, ti è piaciuta la scenografia, che attinge a mani basse al Blade Runner di Ridley Scott (locali con i neon e pubblicità giapponesi enormi), con in più la tecnologia di Minority report.
Peccato solo che non t'hanno implementato le Tre leggi della robotica...

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