martedì 3 settembre 2013

Continua la guerra dei megapixel

C'è che quando eri in quel di Ragusa i turisti facevano foto con gli smartphone, o peggio ancora, con i tablet.
Eppoi c'era il nocciolo duro dei fanatici della qualità, che usavano rigorosamente reflex digitali; come gli onnipresenti cinesi, che ti fotografavano pure il Banco di Sicilia. Perché: o è per loro una significativa attrazione turistica, visto che è uno dei vecchi "Istituti di emissione" sopravvissuti al terzo millennio, o se lo vogliono proprio comprare! Il problema è che la mania di avere tutto in tasca (musica, video, eBook, social network, messaggistica, internetto, documenti vari, videogiuochi e telefunken... messo alla fine non a caso, ma giusto perché è proprio l'ultima cosa che oggi si fa col telefono) ha praticamente ammazzato, oltreché la qualità e la capacità di fare le cose al meglio, quella interessante fascia di fotocamere compatte, specie dopo che le difficoltà di Kodak hanno spinto l'azienda statunitense leader dell'immagine (e produttrice di compatte di ottimo livello come la tua!) ad abbandonare il mercato fotografico.
Il problema degli "smartfonzie", o peggio, della gente che si ostina ad usarle come macchine fotografiche, è che costoro seguono il mito dei megapixel, un mito che ti ricorda tanto la vecchia corsa ai mHz dei proci durante gli anni Ottanta e Novanta.
È ovviamente necessario avere un parametro numerico per misurare la potenza di un dispositivo, ma per la buona qualità finale delle foto sono importanti tanti altri fattori. Dici innanzitutto che l'aumento del numero dei fotodiodi su un sensore porta certamente ad un aumento della nitidezza e della pulizia dell'immagine. Ma hai da dire anche che la fotografia è innanzitutto ottica; dunque, prima di ogni cosa, è essenziale la presenza di uno buon zoom ottico (cosa che manca sui terminali tuttofare). Eppoi la capacità delle lenti di "focheggiare", ovvero di essere in grado di variare la propria distanza reciproca. L'autofocus è ormai molto efficiente, ma si sa che è col fuoco manuale e con la possibilità di controllare personalmente i singoli parametri - sempre che li si sappiano usare! - che si ottengono i risultati migliori. E le macchinette compatte erano un compromesso qualitativo ottimale tra prezzo e qualità.

La morale, cari bambini, è che gli smartphone garantiscono la possibilità di avere foto di buona qualità da condividere immediatamente sui social network, ma essi non riusciranno mai a garantire la stessa qualità e gli effetti di una fotocamera dedicata.

Nessun commento:

Posta un commento