mercoledì 31 luglio 2013

Batman Inc. #13: the final issue and... an epic conclusion?

Uh!
Oggi finalmente è uscito l'attesissimo, benedettissimo, ultimo nr. della Batman Inc. Il #13, che chiude definitivamente la run batmaniana di Grant Morrison iniziata sette e passa anni fa.
Morrison è stato al contempo amato ed odiato dai bat-lettori. Il suo ruolo era di rilanciare il Cavaliere Oscuro, e lo scrittore scozzese l'ha assolto ricorrendo alla sua tipica irriverenza narrativa e al suo sincretismo culturale, retconnando tanti eventi dimenticati della Golden Age.
Con la sua lunga gestione, Morrison ha decostruito l'archetipo milleriano del Batman cupo, oscuro, violento, misantropo, solitario, opportunista e paranoico, elevando a "supereroe immortale" il Cavaliere Oscuro, mettendo in discussione l'integrità della stirpe Wayne, riportando in auge l'ovale giallo e gli eroi camp che vivevano ormai ai margini dell'Universo DC; dandogli un figlio e una super-Batfamily per... restituircelo così com'era prima del suo arrivo!
Già! proprio accussì.
Ocio: contiene spoiler
Ma vai per ordine!
Ricordando a te stesso che il Batman di Morrison segue questo ordine: 52: Settimana 30, Batman & figlio, Batman: R.I.P., Batman & Robin #1-16, Il ritorno di Bruce Wayne, Batman Inc. (v1 + v2).


Prima di tutto, durante il maxi-evento 52, Bruce Wayne si ritira in meditazione a Nanda Parbat per sottoporsi al rituale del thogal e purificarsi dai suoi "demoni interiori". Bats non vuole più sentirsi ossessionato dagli eventi della sua storia recente (leggi: la morte di Jason e il suo ritorno dalla tomba, Barbara sparata dal Joker e rimasta paralizzata, la bruciante sconfitta avuta da Bane, l'epidemia, il terremoto, la Terra-di-Nessuno e la guerra tra bande rivali a Gotham, la morte di Stephanie Brown, del padre di Tim, gli eventi di Crisi d'Identità e Crisi Infinita). Ne emerge - come vedremo effettivamente - un Batman più umano e compassionevole; allegro e sorridente; aperto al lavoro di squadra (non per niente, la Batman Inc. che verrà, è l'estensione ai massimi livelli della Batfamily).

In Batman & figlio, Batman scopre di avere un figlio da Talia al Ghūl, Damian, di 10 anni (v. graphic novel Il figlio del Demone di Mike W. Barr, fino a questo momento non-canon, e retconnata ad hoc da quel geniaccio di Morrison). Damian Wayne è inizialmente un personaggio a dir poco odioso e irritante; ma col tempo (grazie soprattutto al lavorìo effettuato da Paul Dini e Peter Tomasi), rinnega i metodi violenti della madre, si affeziona al padre e agli altri comprimari, e diventa un Robin davvero tosto! Irrequieto e violento come e più di Jason, acuto e intelligente come Tim, musone, e soprattutto un vero figlio (e il rapporto padre-figlio per Bats sarà una vera novità).
Peccato che poi ti scopri che il ruolo che Morrison aveva pensato per lui era giusto giusto quello di morire! Damian è morto (morirà...) assassinato dal suo clone fratello in forma adulta l'Eretico, nel #8 della Batman Inc. v2... Eh, sì, va be', perché: "Le intenzioni di Morrison erano queste sin dal 2006, 'ché la morte del 4° Robin era parte integrante del percorso del suo Batman".
Mavvaffa!

In Batman: R.I.P., Morrison ti mette una pulce nell'orecchio, dicendoti che, forse forse, Batman tanto sano di mente non è... Magari è un sociopatico non meno pericoloso dei suoi nemici... E questa pulce te la motiva partendo dapprincipio!
Ti fa capire innanzitutto che il "Bat-man" nasce come vigilante oscuro e solitario. Proprio come l'aveva inteso Bob Kane ottant'anni fa.
Dici, OK, però dal Secondo Dopoguerra ai primi anni Sessanta, quando gli Stati Uniti d'America si erano eretti a "paladini del mondo e della giustizia", le storie supereroistiche batmaniane rasentavano il ridicolo e la parodia, avevano perso l'atmosfera gotico-investigativa delle origini, assumendo piuttosto toni assai fantastici e trasformandosi in "commedie di famiglia", complici anche il famigerato saggio Seduction of the innocent e il Comics Code, che avevano bandito dal fumetto la violenza, le armi e la sessualità. Era il cd. periodo camp della Golden Age.
E allora Morrison ti spiega in questi termini l'ingresso della spensieratezza nelle storie batmaniane: "Ad un certo punto Batman incontra un ragazzino circense (Dick Grayson) e all'improvviso si ritrova con un'altra responsabilità, quella di fratello maggiore e tutore. Ma riprende anche a crescere. Va detto infatti che Bruce Wayne è ancora un 'bambino dalle emozioni congelate', mai sviluppatesi da quando i suoi genitori sono stati uccisi. Batman e Robin diventano dunque due 'bambini riuniti'. Tutti i giochi e gli aggeggi che compaiono nelle storie e nella batcaverna (che inizia a riempirsi di trofei, monete giganti ed enormi carte da gioco) appaiono proprio perché i due iniziano a costruirsi una 'casetta'. Inoltre Robin permette finalmente a Batman di ridere. In questo periodo, Batman registra tutti i fatti bizzarri, sovrannaturali e illogici che gli capitano, in uno Schedario Nero, siano essi episodi veri o immaginati, incubi o allucinazioni create dalla instabilità mentale di Bruce, piuttosto che dall'esposizione alle tossine del Joker o ai gas della paura dello Spaventapasseri"...
Dal canto loro, gli psicopatici come Joker, l'Enigmista, Due-Facce, ecc... "soffrono di DPM (disturbo di personalità multipla) che cambia costantemente e risponde ai cambiamenti di Batman e dell'ambiente circostante. Ecco perché 'giocano' e si adattano ai cambiamenti del Cavaliere Oscuro e di Gotham City".
Dici, OK, ti sei convinto. Ma dal 1964 l'editor Julius Schwartz, scrittori come Dennis O'Neil e Steve Englehart e disegnatori come Neal Adams, Marshall Rogers e Gene Colan, hanno gradualmente recuperato per Batman le atmosfere adulte, gotiche e urbane delle origini, abbandonando le invenzioni narrative più infelici. Era l'inizio della Silver/Bronze Age. Come te lo spieghi?
Il buon Morry, non contento, continua il suo spiegone, dicendoti del declino di quella spensieratezza (sopravvenuta con la più seria gestione Schwartz e proseguita in epoca milleriana): "Nel decennio successivo Robin parte per il college e dopo diventa Nightwing: Bruce Wayne è nuovamente solo. Subentra poi il 2° Robin (Jason Todd) e comincia il declino: il nuovo pupillo viene ucciso a sprangate dal Joker, il quale spara anche a Barbara Gordon (Batgirl); dopodiché Batman si ritrova con la schiena spezzata, e più avanti con una città a pezzi (a seguito di un'epidemia, di un terremoto e di una guerra tra bande rivali)... tutto peggiora sempre più. C'è un 3° Robin (Tim Drake) che ha appena visto suo padre venir ucciso, Jason che torna dalla tomba pieno di odio e rancore verso di lui, Stephanie Brown che viene seviziata a morte da Maschera Nera, e il Dott. Simon Hurt che tenta di demolirlo fisicamente e psicologicamente raccontandogli menzogne sul conto di suo padre. Qual è lo stato psicologico di un uomo dopo aver vissuto tutto questo? Non importa quanto duramente lui ci provi, va semplicemente tutto in malora! Batman fa credere di avere sempre il controllo della situazione, ma quello che ha vissuto lo ha seriamente sconvolto nel profondo. D'altronde, alla fine dei conti, è pur sempre un 'vigilante in costume che combatte personaggi strambi in maschera, saltando da un tetto all'altro'. In questo contesto il Bat-Mito diventa un prodotto dell'immaginazione di Bruce Wayne, il suo Grillo Parlante, che compare per consigliarlo quando questi assume il mantello del Batman di Zur-En-Arrh, una personalità fittizia costruita da Bruce Wayne per mantenere Batman in condizione di combattere nel caso fosse portato all'insania o gli cancellassero la memoria: una sorta di back-up di sistema"...
'sti cazzi!
Già... il Batman di Zur-En-Arrh, definito da Morrison come "Batman come sarebbe nel nostro mondo, se Batman esistesse davvero". Qualunque cosa voglia dire.
R.I.P. è un arco narrativo piuttosto lungo. Assistiamo al ritorno del Club Internazionale degli Eroi, gli schizzatissimi batmen di tutto il mondo. E abbiamo il Dott. Hurt, un avo di Bruce Wayne che è riuscito a prolungare innaturalmente la propria esistenza mediante riti demoniaci di sangue; la pecora nera della famiglia Wayne, ossessionato dal distruggere Batman e impossessarsi dell'eredità dei Wayne. E lo stronzo ci va molto vicino (aiutata da quella troia di Jezebel Jet), tanto che prima Batman dà di matto, e alla fine di R.I.P. (complici anche i concomitanti eventi di Crisi Finale), viene dato per morto!
Ma poi torna.

Scopri infatti che era in realtà "semplicemente" intrappolato in un limbo temporale dalla "sanzione Ω" di Darkseid...
Ne Il ritorno di Bruce Wayne, infatti, Bats torna, piano piano, dal passato al presente, saltando da un'epoca all'altra, durante le quali assume sempre l'identità di un vigilante mascherato in lotta contro il crimine (quando uno è fissato, è fissato!). Roba da farti venire il mal di testa! e che canonizza quegli elseworld pieni di Batman-cowboy, Batman-pirata, Batman-eroe vittoriano, Batman-Dick Tracy, Batman-Lady Oscar, Batman-Houdini... and so on.

Nel suo Batman & Robin (#1-16), Morrison riprende i toni retrò del serial televisivo con Adam West. Introduce tutta una serie di villain grotteschi, ridicoli, vintage... in una parola: affascinanti (come quel porco del Prof. Pyg). Quasi un ritorno, in epoca post-moderna, della Golden Age! E nell'ultimo suo Batman & Robin, Bruce Wayne, per mezzo di una conferenza stampa appositamente indetta, annuncia di avere da sempre finanziato segretamente Batman, e lancia un nuovo progetto: la Batman Incorporated, un franchise di polizia privata mirato a combattere il male a livello internazionale!
La Batman Inc. recluta al proprio interno il Club internazionale degli Eroi, la Batfamily, gli Outsiders, le Rapaci, la Rete di Oracolo... praticamente mezzo Universo DC! Non soddisfatta, raccatta pure nuovi agenti sparsi per il mondo, sbucati praticamente dal nulla, dalla Russia al Giappone, dalla Francia all'Africa. L'Italia no, perché Berlusconi dice di essere già l'uomo più perseguitato del mondo, e ci mancava solo Batman!

Durante la Batman Inc. v1, Morrison trasforma Talia in una villain anche peggiore del padre Rā's, togliendole la patina sdolcinata che la bonazza si portava appresso dalla Silver Age, e consegnandotela perfida e disposta a tutto per sconfiggere il suo "amato" (financo a mettere una taglia sulla testa del figlio...). Non pago, ti retconna pure Kathy Kane, la mitica Bat-Woman originale! E dall'ultima serie morrisoniana pre-reboot, ti spiace dirlo!, Batman ne esce con le ossa rotte: la maggior parte dei componenti della Lega dei batmen viene assassinata, Robin compreso. Lacrime amare.
In realtà, inizialmente t'è sembrata tutta una gran porcata, ma poi, dopo attenta rilettura, ti sei reso conto della grandezza della run morrisoniana.
Proprio così.
Dicevi in apertura, come la gestione morrisoniana ha provveduto a decostruire il Batman milleriano per riconsegnartelo... esattamente com'era: solo, braccato e tetro.
E in effetti Morry ti dice che "Non puoi portare Batman alla luce, fondamentalmente è quello che ho appreso". D'altronde la run di Morrison ormai andava un po' per i fattacci suoi, visto che portava avanti le trame pre-reboot, laddove Scott Snyder, John Layman e Gregg Hurwitz non è che stessero poi tanto tenendo conto della sua gestione!
Certo, molte cose son cambiate nel contorno - v. appresso - e se ne dovrà tenere conto.

Già avevi visto come nel #12, dovendo affrontare l'Eretico, ed in preda alla disperazione per la morte del figlio, Batman si iniettava il siero di Man-Bat, indossava la "Corazza del Dolore" ponendosi a capo di uno stormo di pipistrelli, e faceva ricorso ad un esoscheletro mechadroid, rischiando concretamente di cedere al "lato oscuro della forza". Nel gran finale del #13, poi, Batman rimane solo (di nuovo): la Batman Inc. è apparentemente sciolta, Talia viene apparentemente uccisa da Kathy Kane, il Commissario Gordon ormai ti è apparentemente chiaro che sappia che Bruce è Batman ma se lo tiene per sé... e ti scopri che Rā's al Ghūl possiede apparentemente un'intera coltura di "figli di Batman"! Aspettati dunque un sicuro ritorno a brevissimo di Damian.
Ciccio Morrison aveva detto: "Quello che ho scritto è davvero superdesolante, tetro e, in un certo qual modo, distrugge e mette in discussione l'essenza stessa di Batman. Non sarà affatto un addio pulito e sereno. Credo che moltissimi lettori mi odieranno a lungo".

Boh!
Ora che l'hai letto pure te, odiarlo no... ma (serio) non sei riuscito a vedere dove stà l'opera di demolizione di Batman... a meno che non intendesse la demolizione del suo Batman! E la parte epica l'hai notata ancora meno.

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