lunedì 1 aprile 2013

Il Ponte sullo Stretto

Il Ponte sullo Stretto (di Messina) è la costruzione più tecnologicamente complessa e politicamente controversa della storia moderna italiana.
L'inizio dei lavori preparatori del 23 dicembre 2009 ha trasformato una leggenda millenaria in una improponibile realtà. Oltreché in una enorme presa per i fondelli, e l'n-sima grande opportunità di arricchimento per la criminalità organizzata, che si è certamente infiltrata nella gestione degli appalti, dall'uno (Cosa Nostra) e dall'altro lato ('Ndrangheta).

Il Ponte sullo Stretto sarebbe dovuto essere un ponte sospeso sullo Stretto di Messina (il più lungo al mondo, quasi il doppio del ponte di Akashi Kaikyō in Giappone, ma di certo tu non ci saliresti... visto come le costruiscono le cose in Italia), che avrebbe garantito il tanto agognato collegamento stabile, stradale e ferroviario, tra l'isola Sicilia e il Continente (la Calabria, 'azzo!). Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto prevede(va) il collegamento stabile tra Cannitello in Calabria e Ganzirri in Sicilia, mediante la realizzazione di un ponte con due corsie stradali più una di emergenza per ogni senso di marcia, e due binari di traffico ferroviario. La lunghezza totale dell'impalcato, sospeso tra due piloni posti sulle sponde (Scilla e Cariddi), è di 3.666 m, tirati da quattro cavi d'acciaio del diametro di 1,24 m e della lunghezza di 5.300 m. E, sulla carta, dovrebbe resistere a venti fino a 216 km/h, a scosse telluriche fino al 7,1° della Scala Richter, e a mari molto mossi.
Lo sapevate che:
l'idea di collegare in modo stabile la Sicilia con l'Italia ha origini antiche. I primi progetti risalgono all'epoca degli Antichi Romani, che forse avevano realizzato un ponte su barche e botti. Plinio il Vecchio racconta infatti di come i nostri antenati fossero riusciti a far transitare le truppe e 140 elefanti rubati ai Cartaginesi nella battaglia di Palermo, su un ponte galleggiante voluto dal console Lucio Cecilio Metello nel lontano 251 a.C.
Nonostante i propositi di vari governanti nel corso dei secoli (tra gli altri: Carlo Magno e Ferdinando II di Borbone), le oggettive difficoltà dovute alle condizioni ambientali dello Stretto, caratterizzate da fondali marini irregolari e molto profondi, da tumultuose correnti marine e da forti venti, in una zona ad elevata sismicità, fecero sì che la costruzione di un ponte rimanesse solo una sfida impossibile.

Ma...
l'idea fu rilanciata in pompa magna nel 1952 dall'Associazione dei Costruttori Italiani in Acciaio, che incaricò l'ingegnere statunitense David B. Steinman, uno dei più qualificati e prestigiosi progettisti di ponti sospesi al mondo (già realizzatore del Ponte di San Francisco), di redigere un progetto preliminare. Il progetto di Steinman, rimane ancora oggi attuale e insuperato per via del suo innovativo sistema di irrigidimento dell'impalcato, ed è alla base di quello definitivo. Basandosi sul progetto, nel 1955 la Regione Siciliana commissionò alla Fondazione Lerici del Politecnico di Milano, uno studio geofisico di fattibilità allo scopo di verificare la natura delle formazioni delle sponde e del fondo dello Stretto, e venne costituito, da alcune tra le maggiori imprese di costruzioni nazionali (Finsider, Fiat, Italcementi, Pirelli, Italstrade) il Gruppo Ponte Messina S.p.A. per la realizzazione dell'opera. Il Gruppo resterà attivo, mangiando soldi a non finire, fino alla costituzione della società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. del 1981... anch'essa arricchitasi sulle spalle dei contribuenti senza realizzare un'emerita fungia.

Nel 1968, in forza della L. 384 e del successivo D.M. 134 del Ministero dei Lavori Pubblici, venne bandito un "Concorso internazionale di idee per un progetto di attraversamento stabile stradale e ferroviario dello Stretto di Messina". Furono presentati 143 progetti provenienti da tutto il mondo, alcuni interessanti e suggestivi - in sotterraneo, in mare, in aria; altri assurdi.
Nel 1981, con la costituzione della già citata concessionaria, la realizzazione dell'opera è diventata di competenza esclusiva della Stretto di Messina S.p.A. Da allora, slogan politici del tipo "il Ponte si farà in tempi brevi" e "il Ponte è una priorità", sono diventati il cavallo di battaglia di molti partiti in campagna elettorale.

Nel 2001, infatti, i due principali candidati alla guida del governo, Silvio Berlusconi e Francesco Rutelli, annunciarono, durante la campagna elettorale per le elezioni politiche, il loro sostegno alla proposta di costruzione del Ponte sullo Stretto; ma nel 2007, col Governo Prodi, l'iter si bloccò. Romano Prodi era in procinto di ritirare l'appalto e annullare il contratto, ma l'allora Ministro dei Trasporti Antonio Di Pietro, appoggiato dal Centrodestra, si oppose. Il nuovo Governo Berlusconi, succeduto nel 2008 al Governo Prodi, dopo aver accorpato la Stretto di Messina S.p.A. con l'ANAS, riprese l'iter, che si sarebbe dovuto concludere nel 2016.

Ma...
nell'ottobre 2011 l'Unione Europea non ha incluso il Ponte sullo Stretto tra le opere pubbliche destinate a ricevere finanziamenti comunitari. A seguito di ciò, il Parlamento ha approvato una mozione promossa dall'IDV (Di Pietro... banderuola!), che impegna il governo "alla soppressione dei finanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto". E nell'ottobre 2012 il Governo Monti, nella cd. Legge di Stabilità, ha stanziato 300 milioni per il pagamento delle penali per la non realizzazione del progetto.
Già, perché, nonostante siano state realizzate alcune opere preliminari al Ponte - ossia la variante della linea ferroviaria Cannitello-Villa San Giovanni, lo svincolo autostradale di Campo Piale (che tanti disagi ha causato alla popolazione residente), e la ripresa dei lavori dell'asse autostradale Salerno-Reggio Calabria - il Ponte non si farà! Ma siccome bisognava ugualmente garantire l'arricchimento dei concessionari, il contratto - stilato durante il Ventennio berlusconiano - prevede il diritto di recesso senza penali da parte della Stretto di Messina S.p.A., ma il pagamento di una penale del 10% sulla parte non ancora realizzata dell'opera, nel caso in cui a recedere sia il Governo Italiano! Penale, che nella misura massima, è di 312 milioni di euro.
Nonostante questo, il Cavaliere, in occasione delle ultime elezioni (febbraio 2013), ha ancora una volta rispolverato l'argomento, promettendo (con la frase: "Ho un sogno prima di morire: passare sul Ponte sullo Stretto") la ripresa del progetto...

Insomma, uno "stop and go" logoro e inglorioso perfettamente conforme alla mentalità italica!
Intanto, nel novembre 2012, la China Investment Corporation e la China Communication and Construction Company, si sono rese disponibili a finanziare l'opera. Chissà... magari lo faranno i-gialli-dagli-occhi-a-mandorla, visto che noi non ne siamo proprio capaci. Esultano invece gli ambientalisti e i No global, che hanno sempre ritenuto il Ponte un'opera faraonica, inutile e dall'impatto ambientale insostenibile.

Nessun commento:

Posta un commento